Sono passati due mesi di lezione di violino, A. ha superato l’esame e ha fatto il suo concerto. Spesso, durante la lezione, trova ogni scusa per non suonare e io non capisco perché. Penso che è lui che ha voluto scegliere il violino, andando contro i suoi genitori.
È un bravo bambino, educato, obbediente e anche con un buon talento per il violino. Ma quando viene a lezione mi inonda di domande per deviare dal suo lavoro.
Io: “A. oggi proviamo una canzone semplicissima e divertente: Star Wars!” Ho pensato, di fare qualcosa di semplice e divertente per vedere la sua reazione.
Nonostante l’esercizio sia semplicissimo, A. inizia suonare completamente perso e assente. Guarda il mio violino e tirava l’ archetto cosi male, come non gli avevo, mai visto fare. Chiedo allora perché guarda me e non si concentra nel suo lavoro e perché non riesce neanche più a tirar dritto l’archetto. Provo un po’ a spingere, forzandolo gentilmente a lavorare bene e a non fermarsi.
Improvvisamente A. con un filo di voce: “Scusami Teacher ci possiamo fermare. Non e che non voglio lavorare, ma ho dolore forte allo stomaco.”
Con le lacrime agli occhi e non riesce a respirare. Ho pensato dentro di me, eccoci, ho schiacciato il bottone giusto che mi aprirà la parta delle sue paure nascoste. L’ho fatto sedere e mi sono seduta anch’io, chiedendogli: “Che succede A.? Qual’è il problema?Mi dispiace se ti senti cosi. Se vuoi, mi puoi raccontare. Perché hai questo mal di stomaco?”
A questo punto A. mi risponde: ” Mi viene spesso, e fortissimo. A volte anche quando sono a letto, prima di dormire o mentre dormo….. Mi urlano tutti… tutti mi urlano. La mia maestra a scuola, i compagni, il mio babbo. A volte non riesco ad addormentarmi, mi prende questo forte dolore allo stomaco e non riesco a respirare. A volte non dormo per niente.
Con molta calma e dolcezza gli rispondo: ” La maestra Arianna ora ti dice un segreto per farti addormentare. Quando sei sul tuo lettino, fai dei respiri grandi e profondi, e poi pensa a qualcosa di bello. Pensa a quello che ti piace e ti far star bene.”
Provo a suggerirgli di alzare le braccia e respirare, ma lui e completamente bloccato, teso e non riesce a respirare.
Con tutta la delicatezza che posso suggerisco a casa di fare esercizi di respirazione come compiti a casa, prima di ogni esercizio con il violino e di sforzarsi a pensare alle cose belle che gli piacciono.
Chiedo ancora: ” Ma la tua mamma che dice?
Lui mi risponde:” La mia mamma è brava”
E io allora: ” Allora parla con la mamma e abbraccia la mamma prima di andare a letto”.
La lezione terminata con dieci minuti di anticipo. A. stanco come se avesse fatto una maratona, mi chiede di finire prima.
Da questa volta in poi A, è venuto a lezione contento e lavora con molto meno timore di sbagliare o di essere riempito di compiti e di urla. I suoi miglioramenti sono stati velocissimi.
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