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MUSIC&ENGLISH

MUSIC&ENGLISH

Il corso è strutturato su vari livelli di difficoltà

  • Corso base 4 – 5 anni
  • Corso intermedio  5 – 6 anni
  • Corso avanzato 7+

La struttura e le motivazioni sono le stesse, cambia il livello di difficoltà.

STRUTTURA DEL CORSO

Le canzoni

  • Canzoni in lingua inglese che permettono di memorizzare i primi vocaboli, frasi del livello base  di inglese e alcuni concetti e  termini che riguardano la musica. Le canzoni sono state appositamente studiate da musicisti e pedagoghi,  per coinvolgere i bambini e cominciare e aiutarli nella scoperta delle emozioni oltre che con il linguaggio.

Il movimento e coordinazione motoria

  • Movimento motorio che ha tre funzioni:

1) Sfogo di tensioni accumulate.

2) Sviluppo della coordinazione

3) Sviluppo di nozioni attraverso  il movimento e l’ esperienza diretta. 

L’apprendimento della lingua avverrà in una modalità giocosa e alternativa.

N.B. L’importanza della maestra

L’utilizzo delle canzoni non basta. È importante avere difronte la maestra che ha la funzione di supporto per i movimenti e per il labiale, potenziando al massimo l’apprendimento.

Gli strumenti

  • Viene sviluppata una panoramica sugli strumenti di base. Anche qui la coordinazione è importante.
  • Gli strumenti danno il via ad un primo approccio con le note musicali. Ma il loro style rimane giocoso e accattivante per i bambini.
  • La scelta degli strumenti è importantissima: devo avere la forma di un gioco, ma devono riprodurre professionalmente i suoni. 
  • Vengono suonate canzoni che lavoreranno attentamente con i suoni, educando l’orecchio.
L’allenamento ai suoni, potenziare enormemente l’apprendimento della pronuncia della lingua inglese.

Obbiettivi

Il lavoro svolto negli anni sarà di continuità e piano piano si sposterà verso uno strumento, qualora uno volesse continuare a seguire la mia metodologia Music&English.

Lo studio dello strumento non implica un impegno professionale, ma solo un arricchimento personale e un’esperienza unica culturalmente. Da portare con se fino all’età in cui il bambino sarà poi in grado di decidere se continuare il percorso oppure no.

La mia decisione di fare volontariato

Quando si inizia a vivere stabilmente in posti come la Cambogia, è impossibile rimanere impassibili alla povertà e alle condizioni di alcuni bambini. Ci sono bimbi che vivono per strada, vendendo ghirlande di fiori. Si stringe il cuore ad osservarli passare nelle strade trai  motori di scarico di grosse aiuto. Loro così piccoli e indifesi, fragili, sporchi in volto e sui vestiti.

Non mi ci è voluto molto per sentire il bisogno di fare qualcosa. Non è stato facile trovare il tempo, perché ero veramente molto molto impegnata. In alcuni momenti ho avuto anche periodi di febbre alta, dovuti allo stress e anche alle difficoltà di situazioni negative.

Così mi sono avvicinata ad alcune scuole di quartiere. Parlando con i responsabili ho ottenuto un incontro con i bambini e la possibilità di fare un  tour della scuola.

Il primo giorno che sono arrivata in questa scuola, sono stata accolta a braccia aperte. Ho parlato con il preside e la sua assistente, i quali sorridendo, mi hanno fatto cenno di seguirli in una visita ai locali della scuola.

Nel mio pellegrinaggio, alla scoperta di questa nuova scuola, ad un certo punto, mi sono accorta che ero letteralmente seguita da un branco di studenti di qualsiasi età. E’ stato uno spettacolo vedere tutte le loro facce sorridenti.

Le ho impresse nella mia mente e nessuna foto potrà rendere grazie a quel momento.Continua a leggere “La mia decisione di fare volontariato”

La Storia di una bambina cambogiana dell’alta società.

Nina: “Teacher sei cosi divertente! Mmm!!!”,  tappandosi le orecchie.
 Non riesco a concentrarmi. Sento mio fratello che suona la batteria. Teacher per favore, quando siamo quasi alla fine della lezione, possiamo controllare quando lui finisce? Perché se io finisco per seconda è un disastro, se finisco prima sono salva.”
IO: “Nina, ma tu per me sei prima comunque. Chi finisce prima la lezione non vuol dire che abbia fatto meglio. Un’ora di lezione, è una ora di lezione. È uguale per tutti.”
Nina: “Teacher lo sai che mio fratello sa suonare questa canzone con la batteria?”
IO: “Si Nina, ma lui sa suonare il pianoforte? Chi è nella tua famiglia che sa suonare il pianoforte?”
Nina mi guarida con quei suoi occhi grandi e le sue guance paffute. Poi alza gli occhi la cielo e puntando su con il suo divino, cerca di distrarmi dicendo:
Nina: “Teacher possiamo suonare adesso, abbiamo parlato troppo.
IO: ” No Nina, prima dimmi chi è che suona il pianoforte nella tua famiglia.
Nina: “Teacher che nota è questa. A che punto della canzone sono? Sono confusa.”
Nina si mette la testa fra le mani e fa un espressione completamente smarrita.
IO: “Nina, per favore, rispondi alla mia domanda. Chi è la più brava in famiglia a suonare il piano?”
Nina ci pensa un po’stringe le spalle, si fa piccola piccola e puntando gli occhi al cielo, risponde con tono sconsolato.
Nina: ” ……. me teacher.
IO: ” Oooohhh yes, sei tu.”
Nina: …..ma è strano, non so….”
Nina tira un sospirone, come per cercare di liberarsi, ma anche per spiegare qualcosa che per lei è veramente complicato da esprimere, perché non lo ha compreso nemmeno lei.
Nina: “Non so… perchè lei fa così … sotto, sopra, quello, quel altro trutatata e insomma fa rdytfjuhbj.”
Nina emette suoni incomprensibili, sfogandosi come può, alternati a mezzi sospiri e apnee. Mi fa una tenerezza. Non mollo la conversazione e dico:
“Non capisco molto bene Nina, prova a spiegarti meglio.”
Nina: “Teacher lei (la mamma) è sempre solo con mio fratello, pensa a lui e spende il tempo solo con lui, non so perchè si comporta così in modo strano. Io cerco di fare di tutto per attirarla, faccio la brava, faccio i compiti, faccio di tutto per essere…….”
Mi spalanca un sorriso e mi fa la faccia più carina che può, mettendo in mostra i suoi occhi dolci, e le sue gote paffute. Sfido chiunque a non sciogliersi difronte a un faccino simile.
Poi con la faccia perplessa continua:
“Ma,….. non so….anche quando ero più piccola a me non mi piaceva giocare con l’ Ipod. Io preferivo i giocattoli! Ma la mia mamma non era contenta, non so perché. Mio fratello usava solo l’ ipod e la mamma era contenta di lui. A volte voglio giocare con i miei giochi e chiamo mio fratello per giocare insieme, ma lui è sempre davanti alla televisione e mi urla di non disturbarlo.”
Fa il gesto di mettersi le manine nei capelli,  disperata.
IO: “Nina, chi non guarda troppa televisione e non gioca solo con l’ Ipod, perchè preferisce fare più cose differenti, usare la fantasia e l’immaginazione è qualcuno di speciale. Qualcuno a cui piacciono cose differenti. Forse l’Ipod a te annoia.  L’immaginazione e la fantasia stanno alla base delle buone idee. Le idee sono importanti, ti aiuteranno a diventare bravissima. Guarda l’albero disegnato sulla parete, è pieno di note musicali. Che ne pensi?
Nina: ” Che e fantastico, vorrei che fosse reale.”
IO: “Fantastico N. la fantasia e l’immaginazione ti fanno mettere insieme cose che normalmente non starebbero. Questo sta alla base delle buone idee. E del vedere il mondo sotto certi punti di vista che altri non vedono. Cosi si diventa dei bravi scienziati, dottori, musicisti, astronauti, insegnanti.”
Nina: “Teacher io ho dato dei giochi a dei compagni di scuola.”
IO: “E te li hanno ridati indietro?”
Nina: “.. .No!.. ma io ne ho tanti teacher, non li rivoglio indietro.”
IO: “Sei una bambina generosa. Ma Nina tu giochi spesso da sola a casa?
Nina: “No, ho la mia cugina con cui gioco. Lei mi segue in tutto. Con lei e stato semplice gli ho detto giochiamo? E lei mi ha risposto, certo!! Anche a scuola ho tanti amici.
IO : ” Perche sei una brava bambina simpatica, socievole con cui si sta bene. I tuoi amici ti vogliono bene, la maestra ti vuole bene, io ti voglio bene.
Nina:“Ma mio fratello non ha amici, quando parla con gli altri loro lo ignorano. Lo ignorano tutti
E…. sei una brava bambina Nina ……e sei brava a suonare il piano….. adesso finiamo la lezione Darlin.

La Storia del mio piccolo violinista

Sono passati due mesi di lezione di violino, A. ha superato l’esame e ha fatto il suo concerto.  Spesso, durante la lezione, trova ogni scusa per non suonare e io non capisco perché. Penso che è lui che ha voluto scegliere il violino, andando contro i suoi genitori.

È un bravo bambino, educato, obbediente e anche con un buon talento per il violino. Ma quando viene a lezione mi inonda di domande per deviare dal suo lavoro.

Continua a leggere “La Storia del mio piccolo violinista”

Cinque domande ad Arianna nella sua esperienza di Head of Music Studies presso SoundSkool – Phnom Penh Asia

1) Come vedi il bambino di oggi e del futuro?

Con tutti i nuovi e differenti stimoli che hanno i bambini di oggi, si sta delineando  un mondo veramente differente. I bambini che nascono oggi, hanno un approccio differente al mondo.

Le nuove generazioni sono a contatto con un profondo cambiamento. I bambini di oggi porteranno grandi cambiamenti nella società e saranno destinati a prendersi la  responsabilità di questo cambiamento. Questo cambiamento, porterà ad uno scontro con il sistema già esistente. Ma del resto lo scontro generazionale, è da sempre esistito e sta alla base dello sviluppo dell’umanità.

I bambini di oggi che saranno i grandi del futuro, sono persone  con una sensibilità molto sviluppata, rispettosi, propensi a muoversi per cause e progetti positivi e con menti aperte al futuro. Ovvio questo processo potrà essere ostacolato o anche stravolto dal tipo di ambiente, cultura e famiglia che frequenteranno. Il momento del gioco, per esempio, sta subendo uno stravolgimento. Già fin da piccoli sono abili a giocare con cellulari, computer, questo a discapito della manualità e della fantasia. Tutto è già preimpostato, non c’è spazio per pensare, inventare, fermarsi, osservare e analizzare. Per me la tecnologia può essere positiva se usata in maniera intelligente.

 

2) Come vedi il rapporto tra genitori e bambini? 

Le famiglie di oggi sono famiglie profondamente differenti, rispetto 30 anni fa.

Gli impegni di lavoro, la libertà di divorzio, l’aumento delle ore di lavoro e la diminuzione del valore del denaro. Queste famiglie così profondamente differenti, cambiano inevitabilmente anche le abitudini dei bambini, i quali spesso passano le giornate in compagnia di coetanei, nonni , mamme di altri bambini, strutture scolastiche che ormai offrono morning program e afternoon program e infine i genitori.

Da un certo punto di vista, questo mix fa molto bene ai bambini, i quali sono sempre sottoposti a stimoli differenti, sono molto più indipendenti , quindi anche più abili nel risolvere problemi e affrontare la vita con responsabilità. Passando molte più ore con i coetanei, riescono anche a imparare i valori sociali e a sviluppare le relazioni con gli altri, molto precocemente. Il genitore quando passa il tempo con il figlio, si dedica completamente a lui e spesso per togliersi sensi di colpa, organizza sempre cose divertenti.

Dall’altra parte i bambini soffrono di carenza di affetto e sostegno. I bambini hanno bisogno di quel legame speciale di sicurezza e rassicurazioni quotidiane, di affetto, di ambiente tranquillo,  di luogo non stressante come è la famiglia. ma soprattutto hanno bisogno di giocare, di rilassarsi spensieratamente, di perdere tempo. Fa benissimo alla mente.

Ad ogni modo se la famiglia non ha queste caratteristiche, ma è un ambiente non sano, il bambino di oggi, ha molte più possibilità di confrontarsi con ottime realtà e ambienti stimolanti.

3) Quali sono per te i punti fondamentali da seguire per aiutare il cammino di crescita di un bambino?

Quello che tengo a sottolineare è che viene sottovalutato, sia dai genitori, ma anche dalle scuole pubbliche, l’importanza di fare le cose con calma, di stare a contatto con la natura, di toccare con mano e vedere dal vivo animali, luoghi, di giocare, di perdere il tempo per il semplice gusto di farlo. Rilassare la mente non è mai una perdita di tempo. Ti aiuta ad assimilare meglio ciò che hai imparato e ti ricarica per imparare più cose ancora.

Questo problema è veramente forte nell’educazione asiatica, ma anche di altri continenti,  come l’America. Oggi con internet possono vedere tutto, ma si perdono la maggior parte del divertimento e dell’approccio di crescita unito all’esperienza diretta. Si chiede al bambino di imparare, imparare e di seguire sempre di più i ritmi dei grandi: ore e ore per fare i compiti, spostarsi velocemente da una parte all’altra della città, giocare velocemente  o a volte non avere il tempo per il gioco.

4) Come giocano e si divertono i bambini di oggi in Asia?

Purtroppo c’è una forte tendenza al calcolo freddo e ad accantonare la fantasia e il genio, perché punti troppo deboli e stravaganti, non strettamente legati ai soldi.  Ma sono contenta che i bambini  “amano fare i bambini”.  Amano giocare fra di loro con giochi semplici che stimolino la loro fantasia. Vorrebbero rivendicare il diritto di essere solo bambini.

Ci sono molti bambini che giocano e usano la fantasia “di nascosto”. Lo fanno appena si rilassano, appena hanno un minuto di tregua, perché è la loro natura.

Mi fanno sorridere molto e molto spesso, sono eccezionali e hanno delle capacità di fuga velocissime che li aiutano a ricaricarsi in pochi minuti.

4) Nel tuo approccio proponi programmi chiari non stressanti, dove tutto è a portata di bambino. Come hai fatto ha farti accettare da genitori così devoti ad un regime educativo intenso e stressante?

I genitori si aspettano che i loro figli imparino molto bene e nel minor tempo possibile.  Sono stracontenti di tornare da me. Sono contenti di sapere che i loro figli sono felici, imparano molto bene e velocemente. A loro non interessa il mezzo con cui raggiungo risultati. Sono un occidentale e la mia cultura è per loro molto alta.

Purtroppo per via di questa corsa a chi studia di più, supera più prove e test, ho spesso delle lezioni che si trasformano in sedute e i miei piccoli pazienti si sfogano con me di episodi o giornate molto stressanti.  Io cerco di rimediare a questo ogni volta che li vedo.

L’arte e la musica servono anche a questo, a sfogarsi e rilassare la mente. Servono a rimettere in moto quella parte umana di noi che,  unita alla razionalità e alla conoscenza, fa affiorare il genio nascosto.

La mia esperienza come insegnante di musica in Cambogia

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Quando sono arrivata per la prima volta in Cambogia nel Marzo del 2013 mi sono subito scontrata con una cultura e civiltà completamente estranea e sconosciuta. Non riuscivo a comprendere quasi niente del loro modo di pensare, di vedere la vita, dei loro gesti quotidiani. Ho esplorato il paese, ne ho studiato la sua storia, ho guardato negli occhi le persone. Così piano piano ne ho capito la diversità, le gioie, le paure.

E così ho fatto anche con i miei studenti. Continua a leggere “La mia esperienza come insegnante di musica in Cambogia”

I bambini e il Ritmo. I segreti per insegnarlo.

Una delle cose più difficili da spiegare ai bambini è il ritmo. Quante volte vediamo i bambini che nel ritmo e nel battere le mani a tempo, sono spaesati e non hanno punti di riferimento se non la maestra che li guida. Certo che ripetere continuamente esercizi di battute di mani, utilizzate il bidy percussion, legnetti o tamburi,  porta i bambini a prendere familiarità con il ritmo e quindi ad imparare per imitazione.

Ma io mi sono chiesta, ma perchè non cercare veramente di farglielo comprendere? Veramente non si può fare altro che insegnarli per imitazione senza capire?

Dalla mia esperienza ho dedotto che il più delle volte, con gli esercizi tradizionali è un imitare senza capire.

Ho sviluppato quindi un metodo accattivante e colorato, dove insegnante e bambino lavorano insieme per costruire le basi della comprensione del ritmo. La metodologia di Arianna porta ad una comprensione profonda chiara e divertente dell’argomento anche per i più piccoli.

Ovviamente l’affiancamento di un manuale è fondamentale.

Il manuale degli esercizi è come una storia dei progressi dove il bambino può vedere e toccare con mano i suoi successi.

Lavorare nel workbook, aiuta a riordinare le idee e a poter toccare con mano ogni passaggio. Il bambino arriva alla comprensione dell’argomento attraverso picccoli passi fatti pagina dopo pagina.

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Punti chiave per un’ ottima lezione di gruppo di musica per i bambini

 

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I bambini hanno tutti delle splendide qualità come: la curiosità, la fantasia e l’entusiasmo. Quindi, se si lavora tenendo conto di queste qualità, si può arrivare a spiegare tutto ai bambini. Il potere della mente del bambino è immenso.

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Nella mia esperienza di Capo degli Studi Musicali della più prestigiosa scuola privata di musica di Phnom Penh e come programmatrice di contenuti musicali per International School di impronta australiana, posso affermare che il gioco, l’uso dei colori, l’utilizzo di un racconto fantastico, sono alcuni mezzi che un insegnate ha per costruire gli elementi che serviranno alla comprensione dell’argomento affrontato.

Quello che fa veramente la differenza è il linguaggio e il mezzo di comunicazione visiva collegato ad esso, i quali devono risultare più semplici e immediati possibili.

Per fare questo occorre che l’insegante si sforzi di analizzare a fondo i concetti.  Nulla deve essere dato per scontato. Tutto deve essere spiegato. Ma non è tutto, perchè è molto importante anche il come.

La mia metodologia parte da questa premessa e si sviluppa in maniera fresca e divertente. Tutta la metodologia da me sviluppata è stata approvata da i migliori professori al mondo: i bambini. E di bambini ne ho visti, avendo avuto la fortuna di insegnare a Cinesi, Coreani, Cambogiani, Spagnoli, Francesi, Australiani, Americani e Italiani nati all’estero. Una delle mie fonti di inspirazione è certamente Maria Montessori. Per me una donna dalle caratteristiche uniche che ha cambiato per sempre il modo di approcciarsi ai bambini.

Vieni a trovarci e scegli di fare una prova di uno dei nostri fantastici corsi.

 

 

I poteri del gioco

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I poteri del gioco

Il gioco è uno strumento che aiuta i bambini a superare un ampio spettro di difficoltà psicologiche.

Il gioco permette al bambino di comunicare ciò che non riesce a dire con le parole e anche ciò di cui anche lui non è consapevole. Grazie al gioco il bambino acquisisce un senso di padronanza sulla realtà.

La comunicazione è il più importante potere del gioco. Il gioco, per il bambino, corrisponde alla verbalizzazione e al linguaggio dell’adulto, ovvero è il mezzo più naturale di auto espressione.

Poiché il gioco è il linguaggio del bambino, questo gli permette di “parlare” senza l’uso di parole.

La peculiarità del gioco sta anche nella possibilità di ripeterlo all’infinito. Avete mai notato come ai bambini piaccia immensamente ripetere più e più volte un gioco che li ha divertiti?

Il gioco è una attività auto motivante, perché soddisfa il bisogno innato del bambino di esplorare e dominare l’ambiente.

Il gioco permette al bambino di creare la sua realtà. Nel mondo dell’immaginazione può andare oltre i limiti imposti dalla realtà.

Nella mia  metodologia, il gioco ha un ruolo fondamentale. Tutto ruota attorno ad esso. Ogni volta il mio obbiettivo è mirare alla comprensione di un singolo concetto. Ripetere più volte lo stesso gioco o cambiare il gioco e ripetere più volte lo stesso concetto, fa acquisire al bambino una confidenza e naturalezza con argomenti  sconosciuti o troppo difficili da comprendere.

Il gioco permette di entrare in relazione con l’argomento affrontato.

Il gioco deve essere semplice ed efficace, per questo ho sviluppato dei giochi e materiali personalizzati e in sintonia con la mia metodologia.

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